Disturbi alimentari: sintomi, cause e come uscirne con la mindfulness
Sep 21, 2025
Parlare di disturbi alimentari non è facile: portano con sé vergogna e paura di essere giudicati. In questo articolo esploriamo sintomi e cause, perché non si tratta solo di cibo ma di emozioni e ferite profonde, e come la mindfulness può offrire un cammino di guarigione.
Parlare di disturbi alimentari senza paura
Parlare di disturbi alimentari è difficile. Chi li vive spesso prova vergogna, senso di colpa, paura di essere giudicato.
Eppure il rapporto con il cibo racconta molto più del nostro aspetto fisico o del peso, anche se di solito ci focalizziamo su questi aspetti esteriori e sintomatici: parla di emozioni, identità, ferite che non trovano parole e che auto curiamo con l’effetto piacevole e anestetico del cibo ricompensa.
La fame non è solo fisiologica. Può diventare anche un modo di regolare il dolore, di cercare conforto, di colmare un vuoto.
Cosa sono i disturbi alimentari
Secondo il manuale diagnostico (DSM-5), i disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono condizioni psicologiche che si manifestano attraverso restrizioni, abbuffate, condotte di eliminazione e pensieri ossessivi sul corpo e sul cibo.
Anoressia, bulimia, binge eating sono le forme più note. Ma esistono anche disturbi “sotto soglia”, meno visibili ma ugualmente dolorosi. Ne parliamo in dettaglio qui: Disturbi alimentari lievi o sotto soglia: cosa sono, come riconoscerli e perché non vanno ignorati.
Sintomi e segnali da non ignorare
I sintomi possono essere fisici, comportamentali ed emotivi.
Tra i più frequenti ci sono:
- perdita o aumento significativo di peso,
- rituali rigidi legati al cibo,
- abbuffate seguite da senso di colpa,
- evitamento dei pasti in compagnia,
- pensieri ossessivi su corpo e calorie,
- ansia, vergogna e isolamento sociale.
Ogni sintomo è un linguaggio del corpo che chiede attenzione, non giudizio.
Le possibili cause
Non c’è una sola causa. Gli studi più recenti mostrano che i disturbi alimentari nascono da una combinazione di fattori:
- psicologici, come bassa autostima, perfezionismo, insicurezza, traumi;
- sociali e culturali, come modelli estetici irraggiungibili, pressioni familiari, da social media,etc;
- biologici e neurochimici, con alterazioni del sistema della ricompensa e della regolazione della dopamina.
Il cibo diventa così un regolatore emotivo: un rifugio per non sentire, un anestetico contro l’ansia, un modo per gestire solitudine e dolore.
Ne parliamo anche in Perché riconoscere le cause del tuo disturbo alimentare può esserti d’aiuto.
Perché è così difficile uscirne
Il cibo non è una sostanza che possiamo eliminare dalla vita. È ovunque, e serve per vivere. Per questo liberarsi dai disturbi alimentari non è semplice come “avere forza di volontà”.
Il cibo - e l’effetto fa fa nel nostro corpo - viene usato per anestetizzare o controllare le emozioni, e interrompere questo circolo significa restare esposti a ciò che fa paura: vulnerabilità, tristezza, rabbia, senso di vuoto.
La ricerca conferma che i disturbi alimentari sono tra le patologie psicologiche più resistenti e con alta tendenza alla cronicità. Ma guarire è possibile, se si trova un approccio che tenga insieme corpo, mente ed emozioni.
La via della mindfulness
La Mindfulness non sostituisce una terapia medica o psicologica, ma può integrarla in modo trasformativo.
Gli studi mostrano che praticare la consapevolezza riduce l’impulsività alimentare, aumenta la capacità di autoregolazione e permette di distinguere tra fame fisica e fame emotiva.
Attraverso esercizi semplici, la mindfulness insegna a:
- sentire il corpo senza giudicarlo;
- accogliere emozioni difficili senza soffocarle col cibo;
- interrompere il pilota automatico;
- coltivare gentilezza e pazienza verso sé stessi;
Sul nostro blog trovi anche un approfondimento utile: La depressione e i disturbi alimentari: sono correlati?.
Un messaggio di speranza
Uscire da un disturbo alimentare significa intraprendere un cammino di riconciliazione con sé stessi. Non è un percorso veloce, ma possibile: migliaia di persone in tutto il mondo testimoniano che si può cambiare il proprio rapporto col cibo e con il corpo grazie ad un approccio basato sulla gentilezza, la compassione, l’ascolto empatico di sé e l’acquisire, passo dopo passo, fiducia e capacità di autoregolazione.
Con Breaters accompagniamo questo processo giorno per giorno, integrando neuroscienze, mindfulness e pratiche di cura quotidiana, oltre ad incontrare, nella nostra Community, persone che, proprio come noi, si stanno dando da fare per liberarsi di questo peso sull’anima, con le quali ci potremo confrontare e sostenere reciprocamente.
Se stai attraversando questa fatica, ricordati: non sei solo. Ogni piccolo gesto di consapevolezza è un passo verso la libertà.