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Digital detox e fame emotiva: quando disconnettersi è un atto di cura

giorgio serafini prosperi il percorso breaters Aug 03, 2025
Breaters - Digital detox e fame emotiva: quando disconnettersi è un atto di cura

Viviamo con il telefono in mano e la testa altrove. Passiamo da uno schermo all’altro senza accorgercene. E spesso, senza accorgercene, ci ritroviamo a mangiare senza fame.
Non per bisogno fisiologico, ma per rispondere a un vuoto, a una noia, a una fatica emotiva.
È la fame emotiva. Ma c’è un fattore che la alimenta e che spesso trascuriamo: l’eccesso di stimoli digitali.

 

Fame emotiva e sovrastimolazione digitale

 

Non ci pensiamo quasi mai, ma il cibo e il digitale hanno molto in comune. Entrambi sono fonti di gratificazione immediata. Entrambi attivano il circuito della ricompensa nel nostro cervello.
E quando li usiamo per sedare un’emozione, per sfuggire al presente, per riempire un vuoto, rischiamo di farne un uso compulsivo.

Diversi studi mostrano che l’uso intensivo dei social media è correlato a un aumento dei comportamenti alimentari disfunzionali, soprattutto tra chi vive un rapporto complicato con il proprio corpo e con le emozioni.

Lo conferma anche il nostro articolo “Cibo ed emozioni: gustiamo realmente ciò che mangiamo?”, dove emerge quanto lo smartphone venga usato come “presenza sostitutiva” durante i pasti, amplificando la disconnessione da sé e dai segnali del corpo.

 

Il digital detox come strumento di consapevolezza

 

Fare digital detox non significa demonizzare la tecnologia.
Significa imparare a usarla in modo consapevole, per non esserne usati.

La ricerca suggerisce che ridurre l’esposizione a schermi, notifiche e contenuti digitali, soprattutto quelli legati al cibo, può avere effetti positivi su:

  • Regolazione emotiva

  • Qualità del sonno

  • Riduzione dello stress

  • Capacità di riconoscere la fame vera dalla fame emotiva

Ma c’è un punto cruciale: non basta togliere gli stimoli. Serve anche coltivare una presenza diversa.
Ed è qui che entra in gioco la Mindfulness.

 

La mindfulness per cambiare il modo di stare

 

Come scrive lo psichiatra Mark Epstein:

“Non si tratta soltanto di essere consapevoli di ciò che ci succede,
si tratta piuttosto di cambiare il modo in cui siamo in relazione con ciò che ci succede.”

La mindfulness ci aiuta proprio in questo: a creare uno spazio tra lo stimolo e la reazione, tra l’innesco emotivo e l’atto di mangiare, tra la notifica e il bisogno di evasione.
Lo approfondiamo anche nell’articolo “Diventare spettatori della propria fame emotiva”, dove parliamo di come osservare corpo e mente senza identificarci con i nostri impulsi.

In “Tutto quello che non sappiamo sulla fame: come riconoscere cosa provoca in noi e ritrovare la capacità di auto‑regolarci”, riflettiamo su quanto sia importante recuperare il contatto con le sensazioni fisiche come guida per le nostre scelte alimentari.

 

3 Pratiche per disintossicarsi e riconnettersi 

 

Ecco tre proposte concrete che puoi provare già da oggi, per portare un po’ di detox digitale e più presenza nella tua quotidianità:

📵 1. Pasti senza schermi
Mangia almeno un pasto al giorno senza telefono, TV o tablet.
Porta attenzione al gusto, all’odore, al ritmo con cui mastichi.
Non per “fare i bravi”, ma per riabituarti a sentire.
Ne parliamo anche in “Ascoltarsi durante i pasti mette al riparo dalla fame emotiva”.

 

🌙 2. 30 Minuti digital-free prima di dormire 

 Spegnere gli schermi mezz’ora prima di andare a letto riduce l’ansia, favorisce il sonno e abbassa i livelli di cortisolo.
Può diventare un momento per ritrovare silenzio e radicamento, anche solo con pochi respiri.

 

🧘 3. Un body scan al giorno (anche breve) 

 Può durare anche solo 10 minuti. L’importante è la costanza.
Se ti serve uno spunto, trovi un esercizio utile in “Come vincere le abbuffate con la gentilezza”.

 

Un cambiamento possibile, un passo alla volta

 

Disconnettersi per riconnettersi non è solo uno slogan. È un percorso.
E non si fa in un giorno.
Ma ogni piccolo gesto che ci aiuta a rallentare, sentire, distinguere la fame vera da quella emotiva, è già una svolta.

Molte persone raccontano che il vero cambiamento è iniziato quando hanno smesso di reagire in automatico, e hanno iniziato a sentire in modo nuovo quello che stava succedendo dentro.

Ecco perché, più che “resistere alla fame”, impariamo a relazionarci con la fame.
Anche quella emotiva. Anche quella digitale. Anche quella di contatto.

Perché non è solo questione di cibo.
È questione di presenza.